Il
Riscaldamento è fondamentale eppure spesso e volentieri
viene trascurato addirittura evitato dagli atleti che
così facendo non sanno purtroppo che si può andare
incontro a pericolosi infortuni e cali nella prestazione
agonistica.
Utilissimo e snobbato, quasi fosse una perdita di tempo, specie nel ciclismo.
Toccasana riconosciuto contro possibili e probabili problemi muscolari e
tendinei, ma troppo spesso tralasciato o fatto di fretta.
E' un fatto che - specie nelle categorie minori - al riscaldamento non venga
spesso riservato il ruolo che gli spetterebbe. Eppure anche recenti indagini
scientifiche ne hanno sottolineato la basilare importanza per portare il fisico
a giusta "carburazione" in ogni tipo di gara, specie quelle più
intense e dal ritmo acceso fin da principio (come in alcune specialità
dell'atletica, nelle cronometro, nelle competizioni dei dilettanti del ciclismo
o nei giovani).
Fra alcuni atleti anche di alto livello è stata osservata una forte
concentrazione di acido lattico anche pochi istanti prima della partenza di una
gara. Fra le ipotesi fatte per spiegare il fenomeno - salvaguardando la grande
diversità degli individui, ciascuno con precisi e peculiari adattamenti
all'allenamento - c'è quella di un errato riscaldamento. Dunque un corretto
riscaldamento può influenzare ogni tipo di competizione, anche le corse dal
tracciato più lungo del ciclismo, che, per vari motivi, possono avere una fase
intensa subito dopo il via. Un minimo di preparazione va dunque fatta, anche se
si dovrà affrontare una maratona di 42 chilometri di corsa o una tappa di otto
ore con lunghissime salite.
GLI SCOPI DEL RISCALDAMENTO
Lo scopo più conosciuto del riscaldamento è quello di
produrre un aumento della temperatura corporea nella misura di uno o due gradi
centigradi. Connessi a questo rialzo termico, altri meccanismi vengono
coinvolti, e delineano in maniera più precisa l'importanza di un buon
riscaldamento.
Ecco qui di seguito schematizzati questi fenomeni:
- una rapida messa a disposizione della emoglobina: si
realizza cosi un aumento nel rifornimento di ossigeno ai muscoli;
- una diminuzione della viscosità interna del muscolo;
in tal modo si verifica un miglioramento della contrattilità muscolare;
- una diminuzione della viscosità del liquido sinoviale:
le facce articolari sono facilitate nel loro scorrimento e consentono
movimenti meno dispendiosi dal punto di vista energetico;
- una ridistribuzione del flusso sanguigno; il nostro
organismo allorché sollecitato distribuisce la quantità di sangue
inviandone maggiormente laddove sia necessaria, e lo sottrae invece ai
distretti che in quel momento non sono coinvolti nell'attività fisica;
- un aumento dell'assorbimento di ossigeno ed una maggior
rapidità nel raggiungimento dei valori massimi di assorbimento; in tal modo
nello sforzo si può eseguire una maggior quantità di lavoro aerobico,
consentendo, specie nelle gare di mezzofondo o ad esse paragonabili, un
congruo risparmio energetico.
Dunque imparare a riscaldarsi diventa fondamentale per una
corretta esecussione di qualsiasi attività di un certo impegno. Per risparmiare
preziose energie. Per essere pronti ad ogni situazione di gara fin dalle
primissime battute.
Ma come riscaldarsi?
Come l'allenamento, anche il riscaldamento dovrà avere un andamento variabile,
in durata ed intensità, sia da individuo ad individuo, sia, nel singolo atleta,
nel corso di tutta la carriera; infatti lo sforzo fisico che dovrà seguire il
riscaldamento sarà l'elemento condizionatore di tutti i gesti utilizzati, e poi
perché con il trascorrere del tempo l'accresciuta superficie muscolare da
riscaldare (come, per esempio, i grandi muscoli delle cosce e delle gambe) e la
risposta termoregolatoria dell'organismo richiederanno stimoli più intensi e
significativi prima che l'organismo sia disponibile alla prestazione.
Ecco quindi che per un atleta principiante i gesti da compiere per raggiungere
gli scopi fisiologici richiesti nel riscaldamento possono essere scarni e
limitati, mentre per l'atleta evoluto dotato di una certa "anzianità"
di carriera il tempo da dedicare al riscaldamento sarà più lungo e corredato
da gesti più complessi. Infine l'atleta avanti negli anni. Il naturale
rallentamento del metabolismo dovuto ai fenomeni d'età, suggerisce di allungare
ancora di più la fase di riscaldamento e di preparazione alla gara, specie a
quelle brevi e molto intense (come il mezzofondo veloce o le competizioni
cicloamatoriali di 50-60 chilometri). Di agire in modo ancor più graduale e
progressivo, cercando di "risvegliare" senza strappi tutte le fibre
muscolari interessate nel gesto atletico.
GLI ASPETTI PSICOLOGICI DEL RISCALDAMENTO
Le caratteristiche psicologiche da sviluppare durante il
riscaldamento, similmente a quelle fisiologiche, si distinguono a seconda
dell'attività successiva che si dovrà compiere; infatti mentre nelle sedute
allenanti dovrà essere sviluppata una "capacità di apprendere", nel
riscaldamento precompetitivo dovrà essere ricercata una "capacità di
rendere".
Nel primo caso l'atleta sin dai primi passi del
riscaldamento tenderà a stabilire un filo diretto ed esclusivo con il proprio
allenatore (o con i suoi suggerimenti) al fine di essere in grado di cogliere in
modo totale ogni indicazione o consiglio tecnico. Questo tipo di attenzione, o
concentrazione, la si può raggiungere soltanto se l'atleta sa che l'allenamento
possiede anche una valenza didattica, che serve, cioè, non solo a prepararsi
fisicamente nelle qualità strettamente muscolari, ma anche ad apprendere ad
imparare qualcosa ogni volta. Quindi tutti gli atti che si svolgono sin dal
momento del riscaldamento devono essere tesi anche a questo fine.
Nel riscaldamento pregara, invece, l'atleta si deve
concentrare per esprimere la sua carica agonistica, per controllare l'ansia per
ripassare mentalmente le fasi significative del gesto tecnico e la distribuzione
dello sforzo, abituare a ritrovare le spinte motivazionali per ottenere il
risultato che ha costruito e previsto di conseguire con l'allenamento; in questo
momento delicato il tecnico si dovrà limitare ad essere una presenza
rasserenante ma passiva, che non deve condizionare l'atleta.
RISCALDAMENTO E ALLENAMENTO
Se consideriamo l'allenamento come l'attività finalizzata
all'apprendimento di molti programmi motori e al miglioramento delle qualità
condizionali, i gesti compiuti nel riscaldamento mireranno ad una cauta messa in
moto dell'organismo, con l'intenzione di coinvolgere grandi gruppi muscolari
mediante movimenti attivi. In questo modo si agirà in maniera uniforme e
profonda sui muscoli, senza privilegiare alcun distretto, rendendo così
l'organismo pronto a qualsiasi tipo di attività: in tale situazione potranno
proficuamente essere inserite andature di apprendimento
motorio e tecnico approfittando del relativo stato di freschezza nervosa in cui
si trova l'atleta.
Ecco come si potrebbe ipotizzare un riscaldamento
tipo riferito all'allenamento:
a) esercizi di stretching:gli
esercizi da compiere dovranno favorire le fasi di attività successiva, per cui
ci si dovrà dedicare soprattutto alla messa in funzione delle grandi masse
muscolari;
b) corsa o andatura uniforme
svolta a velocità moderata: il compito da svolgere in questa prima fase è
quello della messa in moto del sistema cardio-circolatorio in modo soffice,
senza costringere muscoli e tendini ad un lavoro al quale non sono ancora
pronti. Per questo motivo si dovrà effettuare un gesto contenuto
"piatto" senza particolare impegno o ampiezza. Aumentando in modo
molto graduale con piccole accelerazioni, pronti a "sentire" ogni
reazione del fisico. L'attenzione potrà essere rivolta ad alcuni particolari
tecnici; la posizione corretta degli arti superiori, l'assestamento dei pesi in
bici, l'azione di spinta alternata sui pedali inferiori, la posizione del busto,
il movimento elastico e/o rilassato delle caviglie,ecc...
c) andature di apprendimento
tecnico in forma analitica: è questo un momento importante
dell'allenamento: l'atleta è quasi pronto dal punto di vista fisico, mentre é
riposato da quello mentale, per cui è possibile effettuare movimenti tecnici
concentrandosi sulla loro corretta esecuzione; per la bici potrebbero essere
andature con impugnatura bassa alla ricerca della migliore posizione
aerodinamica e l'abitudine di inserire questi gesti in allenamento renderà più
naturale e istintivo il loro uso in gara.
d) esercizi di potenziamento
della zona addominale e dorsale (crunch a terra, sit-up inversi, balzi
sollevando le ginocchia al petto, ecc.); un passaggio troppo spesso trascurato,
specie nel ciclismo, ma che dovrebbe costituire un'abitudine giornaliera. Una
buona efficienza ed elasticità della muscolatura addominale ed ischio-crurale
consente sia di prevenire infortuni grandi e piccoli, sia di rendere la fase di
riscaldamento più profonda e completa.
e) andature di
mobilizzazione e sensibilizzazione per i piedi (per la corsa);
controllo del gesto della pedalata (bici):
f) andature a
velocità media. Gradualmente
si affonda nell'impegno, ma senza esagerare. La macchina umana è sempre più
pronta, il motore carbura sempre meglio ed è a questo punto che si possono
compiere fasi di impegno (brevi) quasi totale. Nella corsa è opportuno
controllare il gesto tecnico per padroneggiarlo al meglio anche a ritmi più
intensi. Nella bici si possono effettuare brevi sprint di poche pedalate e/o
accelerazioni da basse velocità.
g ) 6-8 allunghi progressivi
(60-80 m per la corsa; 100-200 metri per la bici). L'azione dev'essere il più
possibile quella della gara nella fase di impegno maggiore.
h) 1-2 allunghi di circa 100
mt per la corsa e sprint di 250 mt per la bici. E' questa fase
che dovrà dare all'atleta la sensazione precisa di quale sarà il suo
rendimento nella gara.
RISCALDAMENTO E COMPETIZIONE
In occasione delle gare, il riscaldamento dovrebbe essere
suddiviso in due fasi:
1) nella prima
le azioni riscaldanti non si discostano di molto da quelle esposte per
l'allenamento;
2) nella seconda si
ricorrerà alla scelta di esercizi che coinvolgano in maniera particolare quei
gruppi muscolari che saranno in seguito impegnati nella competizione.
In questa seconda fase appare la cosiddetta "ricerca
della concentrazione mentale", atteggiamento alimentato dalla tensione
nervosa dovuta alla vicinanza dell'avvenimento sportivo. La presenza della
componente nervosa tende: a far si che il tempo dedicato al riscaldamento sia
dilatato e le azioni connesse vengano eseguite con maggiore meticolosità.
Nella parte finale del riscaldamento
pre-gara, l'atleta
dovrà ricercare situazioni e gesti motori il più vicino possibile a quelle di
gara. E' una parte assai importante, perché permette di controllare gli stati
d'ansia e/o incrementare la propria carica agonistica.
Ecco come potrebbe essere impostato un
riscaldamento pre-gara:
a) esercizi di stretching,
dedicando molta attenzione agli esercizi di scioltezza muscolare;
b) corsa uniforme a velocità
moderata; oppure (in bici) andatura corrispondente al ritmo
cardiaco di fondo lento.
c) esercitazioni di
scioltezza articolare; il ciclista le effettuerà a secco
durante una breve pausa di 5';
d) corsa a velocità media o
(bici) andatura corrispondente al ritmo di fondo medio (brevi tratti) con
rapporti medio-agili;
e) andature tecniche
in forma analitica e globale (il gesto dell'azione di gara) terminanti in azioni
di impegno notevole ma non massimale e di durata progressivamente più lunga, ma
sempre contenuta. In bici tale esercitazione può concretarsi in progressioni in
assetto-gara (impugnatura bassa) di 150-200 mt culminanti nel raggiungimento
della massima velocità possibile con l'uso (graduale) di rapporti sempre più
lunghi. L'obbiettivo è mettere in moto in maniera approfondita i muscoli
specifici che entreranno il gioco in gara; la forma migliore di questa
esercitazione è - dunque - la ripetizione ad andature sempre più intense, ma
di breve durata e con intervalli di recupero assai lunghi, in modo da non creare
uno stato di pre-affaticamento.
f ) 6-8 allunghi progressivi
di 60-80 m. per la corsa; di 100 - 200 metri in bici con
rapporto da gara ma ad andatura di almeno il 20% inferiore al ritmo di gara;
g ) 1-2 allunghi
di 100 metri per la corsa e di 250 metri per la bici a velocità uguale al ritmo
più intenso di gara.
Il riscaldamento dovrebbe terminare 10 minuti prima del
via.
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